C'era una volta...
La leggenda di due re...
Molto tempo prima che nascesse la Stranociada, in una Locarno più lenta e sognante, ma già piena di spirito, il carnevale si celebrava con fantasia, bicchieri alzati e travestimenti improvvisati. Le strade non erano illuminate a festa, ma bastavano un cilindro, un po’ di musica e tanta voglia di ridere per trasformare la città in un regno di allegria. In quel carnevale, regnavano due sovrani, non per eredità, ma per vocazione goliardica: Re Kapiler, signore della centrale Piazza Grande, e Re Lipak, sovrano della Città Vecchia e della sua leggendaria lippa.
Il primo, pare fosse nato da una bibita frizzante e misteriosa, amata dai locarnesi più per spirito di appartenenza che per sapore. Si dice che bastasse un po’ di rhum per renderla sopportabile, ma era così identitaria da dare il nome a tutta una cittadinanza. Un giorno, un organizzatore di feste cittadine si presentò in carnevale vestito da sovrano: mantello rosso, chioma bianca, corona di bicchierini (colmi di Kapiler, ovviamente) e scettro con coppa. Fu un successo. Il Kapiler da bevanda diventò Kapiler I, il primo vero Re del carnevale locarnese.
Il secondo Re abitava più in su, nel quartiere di Sant’Antonio, e si faceva chiamare Re Lipak — un nome che, letto al contrario, nasconde un legame ironico con il suo rivale. Lipak era il re della lippa, un gioco popolare fatto di bastoni e riflessi pronti. Era il sovrano di una Locarno più compatta, più popolare, più rumorosa. C’era chi stava con Kapiler e chi con Lipak, e come in ogni favola degna di questo nome, i due si alternavano sul trono, tra satire, sfide e allegrie condivise.
A dare colore a questi regni c’era anche una bizzarra confraternita: la leggendaria Società dell’Arca. Ispirata al patriarca Noè (celebrato non tanto per aver salvato gli animali, quanto per aver inventato il vino). Ogni membro incarnava un animale dell’Arca: c’era il Leone (presidente, ovviamente), l’Oca (beveva molto), il Cammello, l’Asino, l’Ippopotamo e perfino il Porco (senza offesa). Uscivano in corteo con cappelli a cilindro e nastri svolazzanti, imitando i versi delle bestie e portando in alto la loro piccola Arca su un’asta.
Ma poi, come tutte le leggende, anche quella dell’Arca vide la sua fine. Un giorno, Re Kapiler apparve in tutto il suo splendore, eclissando il corteo degli animali e prendendo definitivamente il trono. L’Arca resistette al diluvio, ma fu travolta da un Kapiler. Da allora, il carnevale perse un po’ della sua struttura — ma non del suo spirito.
Poi, accadde l’inevitabile: una tremenda litigata tra Kapiler e Lipak. Nessuno sa più se fu per gelosia, per un gioco di lippa finito male, o per un bicchiere rovesciato nel posto sbagliato. Ma da quel giorno, i due regni caddero in letargo. Il carnevale perse i suoi Re, e restò solo la risottata popolare, che per molti anni si tenne soprattutto in Città Vecchia, come unico fuoco acceso della tradizione.
... e la nascita di un carnevale!
… fino al 1998! Un nuovo gruppo di temerari decise che era ora di riaccendere la scintilla: nacque così Locarnaval e, con essa, la Stranociada — una festa notturna fatta di musica, maschere, balli e coriandoli. Una nuova forma di carnevale che riportò il sorriso e la confusione creativa nei vicoli della città vecchia.
Per i primi dieci anni, la città dice “basta re!”, e fu cosi il Primo Ministro della città a radunare la gente in festa. Poi, nel 2010, l’ascesa al trono del nuovo re, Re Pardo. Una nuova dinastia e il ritorno alla carnascialesca monarchia.
E poi, nel 2022, successe qualcosa di magico: la risottata tornò in Piazza Grande, riappacificando simbolicamente i due antichi sovrani. Tra brindisi, risate e musica, il Carnevale ribadisce la sua essenza: un regno dove ogni cittadino è re o regina, almeno per due notti. E mentre i coriandoli cadono leggeri come i sogni di un bambino, si sussurra che Re Kapiler e Re Relipak, nascosti tra la folla, sorridano compiaciuti. Le due piazze sono unite, e con loro tutta la città, in un carnevale che non dimentica le sue radici, ma le trasforma ogni anno in una nuova favola da vivere insieme.
La stranociada negli anni...

Carnevale: festa per grandi e... piccini! La Strabociada, con il suo migliaio di mascherine colorate, diventa parte integrante del programma della Stranociada.
Antonio Cicero subentra come nuovo presidente.

La Stranociada riparte con il botto: nuova formula, nuove date, nuova regina! Re Pardo II incorona la sua regina, Carlotta I (Denise Jelmolini). L'appuntamento cadrà, d'ora in poi, due settimane prima del Rabadan e durerà 3 giorni: 2 notti di festa in città Vecchia venerdì e sabato, e la risottata in Piazza Grande la domenica!

Dopo quasi 2 anni di pausa forzata, la Stranociada freme di tornare tra la gente. Il rinnovato comitato, capitanato da Lorenzo Manfredi riparte con la Strarisotada. Nell'attesa di tornare a festeggiare in Città Vecchia, il carnevale torna, dopo parecchi anni, nel cuore della città: la Piazza Grande.
Il comitato (da sinistra a destra): Emilio Pozzi, Elisa Iuva, Lorenzo Manfredi, Elisa Bazzi, Aleksandar Bauk, Flavio Sassi, Luigi Bazzi

Nel 2020 la pandemia covid-19 sfiora per un pelo i festeggiamenti che hanno ancora luogo. Un anno dopo il carnevale di Locarno si ritrova, come molte altre organizzazioni, davanti a uno stop forzato. Chi avrebbe mai detto che "corona" e "mascherine" potessero assumere un significato cosi diverso...

La Stranociada incorona il suo nuovo re: Regis Mayor diventa Re Pardo II e prende le veci di Mauro Trapletti.

Viene incoronata la nuova regina di Locarno: Roberta Althaus in arte regina Vittoria I.
Massimo Dalessi riprende le veci di presidente dal dimissionario Mauro Bazzi.

Dopo svariati anni come repubblica, capitanata dallo storico Primo Ministro la Stranociada incorona il suo nuovo re: Re Pardo I (Mauro Trapletti).

La Stranociada si afferma come evento a Locarno. Il comitato organizzativo, insieme al primo ministro, Philippe Richardet detto "Richardonnet" tengono le redini del carnevale.

Nell'autunno del 1998 viene fondata l'associazione Locarnaval, con l'obiettivo di organizzare ogni anno il carnevale di Locarno, da ora denominato La Stranociada, la notte durante la quale non si chiude occhio!